UniBgirls & STEM 2024

L’Università degli studi di Bergamo insieme al mondo della Ricerca e alle Imprese per sensibilizzare sul divario di genere nell’ambito delle discipline tecnico-scientifiche. Ospite d’onore la Presidente del CNR Maria Chiara Carrozza.
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In occasione della Giornata Internazionale della Donna, l’Aula Magna UniBg di Sant’Agostino ha ospitato la seconda edizione di UniBgirls & STEM, evento di sensibilizzazione al tema del divario di genere nell’ambito delle STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e alla scelta di percorsi di studio tecnico-scientifici. L’obiettivo: contribuire a scardinare pregiudizi e stereotipi di genere che ancora oggi possono condizionare le ragazze nella scelta del percorso di studi e allontanarle da una carriera nella ricerca.

Oltre 250 persone, tra studentesse e studenti provenienti dagli istituti tecnici e licei di Bergamo e Provincia (Paleocapa, Marconi, Quarenghi, Natta, Secco Suardo, Lussana, Leonardo da Vinci, Belotti e Cantoni), docenti e iscritti al corso di laurea UniBg in Scienze dell’Educazione, hanno partecipato all’iniziativa di orientamento e formazione promossa dal CQIIA (Centro per la Qualità dell’Insegnamento, dell’Innovazione didattica e dell’Apprendimento) e dai Dipartimenti di Ingegneria e Scienze Applicate e Scienze Economiche dell’Università degli studi di Bergamo, con la partnership di Confindustria Bergamo e la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Territoriale di BergamoBergamoScienza e MatNet. Ad accoglierli il Rettore dell’Ateneo Prof. Sergio Cavalieri, insieme alla Direttrice del Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate Prof.ssa Giovanna Barigozzi, al Dirigente Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo Dott. Vincenzo Cubelli e al Vicepresidente di Confindustria Bergamo Ing. Marco Manzoni. 

Focus privilegiato di questa edizione di UniBgirls & STEM è stato il mondo della Ricerca scientifica, anche applicata alle aziende. Le discipline STEM sono fondamentali per affrontare le grandi sfide che il mondo sta attraversando, eppure in questo campo mancano figure professionali e, in Italia come nella maggior parte dei Paesi, le donne sono decisamente sottorappresentate: nel mondo solo un ricercatore su tre è donna. Le studentesse che si iscrivono a un corso di laurea tecnico-scientifico restano ancora troppo poche. I dati sulle immatricolazioni degli ultimi dieci anni ci dicono che la presenza femminile nei percorsi STEM è aumentata in termini assoluti, ma lo sbilanciamento di genere è rimasto inalterato: le ragazze sono solo il 39,3%, i ragazzi il 60,7% (ANVUR). 

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«Fare ricerca è importante per tutti, per l'Università e gli enti di ricerca, ma anche per le aziende e per il sistema Paese – dichiara la Prof.ssa Giovanna Barigozzi, Direttrice del Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate UniBg – La generazione e la diffusione di conoscenza scientifica e tecnologica sono, oggi più che mai, alla base della competitività dei Paesi, ma il divario di genere in questo campo ancora limita la nostra capacità di trovare soluzioni inclusive e sostenibili per costruire una società migliore per tutti».

È il messaggio arrivato anche dall’intervento della Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) Prof.ssa Maria Chiara Carrozza, ospite d’eccellenza dell’evento. Prima presidente donna della storia del CNR, già Ministra dell’Istruzione e Rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna, è l’incarnazione dell’importanza di stimolare lo studio delle materie scientifico-tecnologiche nelle generazioni più giovani, soprattutto tra le ragazze.

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«Dobbiamo tutti dare un segnale alle giovani generazioni, far capire loro che studiando nei settori della scienza e della tecnologia, avventurandosi nelle frontiere dell’innovazione, si acquisiscono gli strumenti per cogliere la grande sfida del futuro – dichiara la Presidente CNR Prof.ssa Maria Chiara Carrozza –. Abbiamo bisogno di ricerche nel campo della transizione digitale, dei cambiamenti climatici, delle disuguaglianze: le discipline STEM hanno anche uno sfondo etico e sociale molto importante. E le ragazze non possono restare escluse da questa opportunità: dobbiamo impegnarci al massimo per raggiungerle nei percorsi di orientamento e combattere gli stereotipi culturalmente radicati che ancora oggi le influenzano nella scelta del percorso di studi. Questo è uno degli obiettivi anche del CNR».

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A dar forza alle sue parole sono state le giovani ricercatrici STEM dell’Università degli studi di Bergamo, le Dott.sse Nicoletta Franchina, Elisa Riceputi, Chiara Passoni e Costanza Marconi, nella tavola rotonda “Perché ho scelto di fare ricerca nelle STEM”, che con le loro testimonianze hanno voluto incoraggiare le studentesse a seguire con determinazione la propria passione e scegliere liberamente il proprio percorso. Dal campo energetico a quello elettronico, dalle costruzioni alla Data Analytics, il racconto delle attività di ricerca innovative che svolgono in università ha fatto emergere il contributo che le discipline STEM possono dare alla Ricerca per affrontare la grande sfida della sostenibilità. 

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Gli studi mostrati dalla Dott.ssa Chiara Giberti, Ricercatrice UniBg in Didattica della Matematica, hanno messo in luce l’importanza del gender gap in matematica nella scelta del percorso universitario. Un divario che effettivamente esiste e che vede l’Italia fanalino di coda dei Paesi OCSE: nonostante i risultati dei nostri giovani nelle prove standardizzate internazionali siano in linea con la media OCSE, in Italia i ragazzi ottengono punteggi più alti delle ragazze. Un divario certamente non dettato da fattori biologici, ma piuttosto socio-culturali: esistono una serie di stereotipi della società che sono stati interiorizzati da studenti e studentesse, ma anche da insegnanti e genitori, oltre a fattori metacognitivi legati alla nostra percezione della matematica. Su questi fattori, che portano le ragazze ad approcciare in modo differente la matematica e pensare di avere abilità e ruoli differenti rispetto ai ragazzi, il lavoro degli insegnanti può fare la differenza.

«Affinché gli insegnanti diventino attori di cambiamento e di superamento degli stereotipi – sottolinea la Prof.ssa Anna Maria Falzoni, Direttrice del CQIIA UniBgoccorre investire sulla loro formazione e sulla valorizzazione del loro ruolo».

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Preziosi per aiutare ragazze e ragazzi a fare scelte più consapevoli sono anche strumenti come Wanter, la piattaforma di Valore D, Associazione di imprese attiva nella promozione dell’equilibrio di genere, nata per orientare ragazzi, genitori e insegnanti alle competenze e alle professioni del futuro, presentata dalla Dott.ssa Valeria Leva, Responsabile dei Progetti di innovazione sociale di Valore D.

La rilevanza delle discipline STEM è stata testimoniata anche dalle aziende del territorio, che hanno preso parte alla seconda tavola rotonda dell’evento. Dagli interventi dei rappresentanti di Orobix, Orobica Inerti, Tenaris Dalmine e Brembo è emersa, da un lato, l’assoluta importanza della Ricerca in un mondo lavorativo in continua trasformazione che si trova a fronteggiare sfide epocali e, dall’altro, la mancanza e la difficoltà di attrarre giovani ricercatori. 
 

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«I diversi interventi hanno messo in luce alcune parole chiave che possono aiutare a costruire una sorta di “ABC per una scelta consapevole”: amore per lo studio o la propria professione, barriere o bias che ostacolano l’ingresso delle ragazze nei percorsi di studio e nelle carriere STEM, curiosità associata a caparbietà, ma anche contaminazione tra discipline e condivisione di valori e competenze – dichiara la Prof.ssa Federica Origo, Delegata dal Rettore ai rapporti con le scuole, orientamento in ingresso e in itinere –. L’obiettivo finale è la crescita non solo personale, ma anche delle aziende e del nostro Paese».