Il 1° dicembre 1923, dopo soli due mesi dall’ultimazione dei lavori, la diga del Gleno crolla riversando nel fondovalle sei milioni di metri cubi di acqua, fango e detriti che inghiottiscono interi paesi e causano centinaia di morti. Di ciò che doveva rappresentare il rilancio idroelettrico della valle rimangono oggi solo due tronconi e un enorme squarcio. Nel centenario della tragedia, il Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate dell’Università degli studi di Bergamo, insieme ai laureandi del corso di Laurea Magistrale in Ingegneria delle Costruzioni Edili, ha avviato una ricerca interdisciplinare per ripercorrere la storia progettuale e costruttiva della diga e comprendere le peculiarità di un’opera ingegneristica innovativa e ardita, condotta tramite indagini storico documentarie, indagini conoscitive attraverso il rilevamento 3D e indagini di caratterizzazione materica e analisi strutturale. Uno studio confluito in un progetto di Public Engagement che vuole fare memoria del disastro del Gleno, sensibilizzare il pubblico sul tema delle grandi infrastrutture in contesti paesaggistici particolarmente fragili e mettere in luce il potenziale della ricerca e dell’ingegneria per la conservazione del nostro patrimonio infrastrutturale.
Venerdì 15 dicembre, dalle 20.30, il Prof. Andrea Belleri presenterà i recenti studi in un incontro pubblico organizzato in collaborazione con la Comunità Montana di Scalve. Interverranno anche i docenti dell'Università degli studi di Bergamo Federica Burini, Alessandra Ghisalberti e Lorenzo Migliorati.
Per maggiori informazioni sul progetto di Public Engagement e la ricerca interdisciplinare del Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate visita la pagina dedicata.